lunedì 19 marzo 2012

Aspettando Brest

Perchè si arrivano a percorrere centinaia di chilometri in sella ad una bicicletta ? Perchè una persona "normale" in una società opulenta e ricercatrice del piacere può divertirsi nel passare ore e ore pedalando nella pioggia, nel buio, su strade trafficate e mete indefinite?
Quando da cinquantenne e tripputo ciclista della domenica ho visto per la prima volta che si organizzavano brevetti ciclistici da 400 o 600 chilometri ho pensato che la follia umana non aveva evidentemente limiti.
Poi, ripensandoci, mi sono tornate in mente le parole di Polonio nell'Amleto " Benché questa sia pazzia, pure c'è metodo in essa."
Così quando qualche mese più tardi, durante una pedalata, un amico mi ha confessato che si era iscritto ad una 400 chilometri e sapendo di una sua rovinosa caduta in una gara di MTB ho creduto bene di  assecondarlo e fingermi interessato mentre fra di me iniziavo a preoccuparmi per la sua salute mentale. 
Ma tant'è il tarlo ormai si era insinuato in me come una di quelle perverse infezioni tropicali che ti si infilano in qualche modo sotto la pelle, magari mentre stai  beatamente giocando in spiaggia, e poi non ti lasciano più.
Alla fine si è confermato il classico "chi disprezza compera" ed eccomi qua in una uggiosa domenica di metà marzo sotto al ponte di Calatrava a Reggio Emilia che non può non ricordare ai randonneurs incalliti quello di Brest dove,inshallah, spero di transitare tra qualche anno.
Intanto mi devo accontentare di questa modesta Randonnee Padana da Reggio a Peschiera e ritorno: che dire? La pianura padana è veramente triste, in generale, se poi si decide di transitare tra stradoni trafficati, capannoni industriali e campi di sfruttamento agricolo intensivo, beh ogni residua poesia scompare. E sì che su stradine secondarie e nei centri storici dei paesini ancora si riesce a respirare aria di un tempo passato, di luoghi, corti e facce antiche e non ancora del tutto appiattite dalla pressa del modernismo. Unici punti piacevoli sono stati la fugace traversata del ponte di Valeggio
, di Peschiera e quella di Mantova
...peccato perchè nelle altre tre brevi Randonnee avevo sempre attraversato paesaggi interessanti e vari ma forse chiedere questo alla "tumor valley" nel 2012 è davvero un pò troppo...

1 commento:

  1. Ecco ora sei contagiato in modo irrimediabile , ma sopratutto sano mi piace pensare che un po ho contributo al contagio :) .
    Hai imparato che alla fine il bello , è sopratutto guardarsi in torno e non il cronometro , anche se sfruttare i gruppi per fare meno fatica per arrivare prima un po ti è rimasto , alla fine poi sei spesso tu quello davanti a tirare , ma non si può avere tutto subito , la cosa va maturata , tanto più che le gambe non ti mancano con e senza la scia di altri .
    Sono contento di essere il primo commento in assoluto su questo blog .
    Sperando che sia un augurio di prosperosa continuazione .
    Scrivi bene ,mi piace .
    L'unico appunto è l'immagine della bici ,manca qualche accessorio randagio e le coperture sanno molto da MTB , i cerchi pero sono una FIGATA , dovresti trovare un modo per realizzarli dal vero sulla tua bici ,sarebbe il tuo marchio riconoscibilissimo .
    Silvano (Parakito)

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